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Libro Sei Licenziato Christian Errico

Sei

Licenziato. Licenziato.

Spesso gli eventi negativi si portano dietro conseguenze positive. Bisogna solo avere il coraggio di farne nuovi punti di partenza. Ricominciare non deve far paura. È iniziato tutto con un licenziamento. Dove la maggior parte delle persone tende a rimanerci male e soffrire, l’autore prova a ripartire analizzando i lati positivi. Questo libro è al tempo stesso un diario, un romanzo, una biografia.

Ogni cosa raccontata in questo libro può essere uno spunto per chi è in procinto di affrontare e analizzare una particolare situazione: in amore, nel lavoro, in amicizia o in famiglia. Cominciamo a guardare la nostra vita da un punto di vista più largo. Non usiamo un imbuto per i sentimenti passati presenti e futuri, ma al contrario cerchiamo di vivere con ogni sentimento che abbiamo vissuto, positivi e negativi che siano. Ogni esperienza vissuta ha un senso.

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OSPITE

Contiene un racconto di Giuseppe Bertuccio, fondatore di “Progetto Liminis” e “Progetto Happiness“.
Per chi non lo conoscesse, Giuseppe conduceva una vita normale, ma con  “Progetto Liminis” decise di iniziare ad allenarsi per competere un anno dopo all’ironman di Barcellona. Gli ho chiesto di scrivere di questa esperienza, perché mi ha accompagnato nella stesura di “Sei Licenziato”.

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Quando il 12 marzo (il terzo giorno dopo il licenziamento) iniziai a scrivere, non avevo pianificato la scrittura di questo libro. Volevo semplicemente descrivere come mi sentivo dopo la notizia del licenziamento. In fondo era una situazione nuova per me, un mondo che non avevo mai vissuto in prima persona. Vidi però che le cose da dire erano tante e quindi cominciai a pensare di andare oltre e vedere cosa fossi in grado di fare. Non ho mai scritto un libro, è un campo che non conosco assolutamente. Mi sono sempre limitato a scrivere i miei pensieri sui social o nelle note dell’iPhone, nulla di più. Se ci pensate però, se si continua a fare solo ciò che si è in grado di fare, quando si migliora? La scrittura di questo libro l’ho presa come una sfida personale, una delle tante a cui quotidianamente mi sottopongo.

Questo libro è tante cose allo stesso tempo: è un diario, è un racconto riflessivo, è autobiografia. Ogni giorno, per quasi un mese, ho scritto cosa sentivo di dover dire. A volte semplicemente descrivendo la giornata, a volte invece lasciando pura libertà alla mia mente di vagare tra i ricordi e le emozioni positive e negative che mi hanno lasciato quei ricordi. Ho scritto per metabolizzare tutto ciò che ho vissuto. Sono situazioni comuni a tutti ma non è detto che “quei tutti” reagiscono allo stesso modo davanti alla stessa situazione. Ci sono differenti modi di reagire e di conseguenza ci sono differenti modi di elaborare emozioni e (spesso) ferite. Il mio modo di elaborare questi stati d’animo è parlarne con chi mi sta vicino. Non è un caso che chi mi circonda sa tutto di me. Quando però non sono pronto a parlare, allora scrivo. Il foglio bianco è un amico che non mi giudica, ma mi ascolta. Il foglio bianco è come il silenzio che ti concede lo psicologo quando vuole ascoltarti. Quel silenzio devi riempirlo parlando. Io lo riempio scrivendo.

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